L’ibridazione della lotta alla criminalità attraverso misure non penali o di confine. Resoconto del Convegno del 20 novembre di apertura del Prin 2022 Borderline

Il 20 novembre del 2023 si è tenuto, presso l’Università Luiss Guido Carli di Roma, il convegno di apertura organizzato nell’ambito del PRIN 2022 “Borderline” dal titolo “L’ibridazione della lotta alla criminalità attraverso misure non penali o di confine: principi, regole, limiti e opportunità per un sistema di contrasto integrato”.

L’evento è stato aperto dai saluti del Prorettore per la Ricerca dell’Università Luiss, Prof. Stefano Manzocchi, il quale si è congratulato per l’individuazione del tema e ha messo in rilievo il carattere interdisciplinare del progetto di ricerca oggetto di presentazione, sottolineando, dal punto di vista dell’economista, l’importanza di condurre studi che tocchino questioni trasversali come la compliance o il sistema delle confische.

Ha poi inaugurato i lavori la Prof.ssa Paola Severino, Professore Emerito di Diritto penale dell’Università Luiss Guido Carli e Presidente della Luiss School of Law, la quale ha ricordato che il progetto costituisce un’importante occasione di collaborazione scientifica tra l’Università Luiss Guido Carli, l’Università degli Studi di Roma “Unitelma Sapienza”, l’Università degli Studi di Napoli Federico II e la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. La Professoressa ha messo in rilievo come il tema centrale del progetto sia costituito dall’obiettivo di operare una ricognizione e una ricostruzione sistematica di tutti gli strumenti non penali o ibridi di contrasto al crimine e del correlato statuto di disciplina, al fine di ricercare un equo bilanciamento tra il rafforzamento di tali strumenti di enforcement e la tutela dei diritti fondamentali.

Il Prof. Tullio Padovani, accademico dei Lincei, già professore di Diritto penale presso la Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna di Pisa, ha svolto una relazione sul tema degli illeciti punitivi civili, sottolineando le criticità correlate agli interventi di depenalizzazione che hanno caratterizzato nel tempo il nostro ordinamento, e rilevando come alcune riforme non siano riuscite a soddisfare l’esigenza di deflazione auspicata dal legislatore. In un’ottica de iure condendo, il Prof. Padovani ha focalizzato il suo intervento sull’istituto del c.d. “danno punitivo” e sulla possibilità di valorizzarne l’applicazione per garantire una risposta incisiva in rapporto a taluni fenomeni criminosi.

Nella successiva relazione, il Cons. Pasquale Fimiani, Avvocato generale presso la Procura generale della Corte di Cassazione, si è soffermato sul tema della compliance integrata, proponendo una classificazione tassonomica e chiarendone preliminarmente l’ambito applicativo, oltre a fornire esempi, tratti dal diritto positivo, riconducibili a tale frastagliata nozione. Il Consigliere ha evidenziato come la funzione della integrazione dei meccanismi di controllo interno debba porsi l’obiettivo di una semplificazione e di una razionalizzazione degli adempimenti richiesti agli operatori.

La sessione mattutina si è conclusa con una tavola rotonda dal titolo “L’ibridazione dei modelli di enforcement tra pubblico e privato: verso quale stagione di contrasto alla criminalità?”, introdotta e moderata dal Prof. Antonio Gullo, Professore di Diritto penale presso l’Università Luiss Guido Carli e Principal Investigator del PRIN 2022 “Borderline”.

Il Professore, nel dare avvio alla discussione, ha sottolineato come le diverse tavole rotonde siano state immaginate per sviluppare un dialogo che, partendo dalle questioni poste sul tappeto dai relatori precedentemente intervenuti, sia funzionale a guidare e arricchire il lavoro del progetto di ricerca sin dal suo stadio iniziale. Al di là del convegno di lancio del progetto, si intende infatti mantenere stretti contatti con accademici, magistrati ed esperti, pianificando ulteriori iniziative scientifiche nelle varie fasi di sviluppo della ricerca. In linea con questa prospettiva, il Prof. Gullo informa che è stato sviluppato il sito web del progetto, concepito come un ‘contenitore’ per ospitare i risultati della ricerca e, attraverso la loro diffusione, stimolare la riflessione sulle sottese tematiche.

Ha quindi preso la parola il Prof. David Brunelli, Professore di Diritto penale presso l’Università degli Studi Roma Tre, che si è soffermato sul concetto di “stagioni normative”. Il Professore ha messo in luce come la stagione odierna non sia più esclusivamente basata sulla sanzione penale quale strumento di contrasto alle condotte illecite, ma sia caratterizzata da modelli sanzionatori più snelli e volti a consentire di raggiungere l’obiettivo di enforcement secondo approcci più flessibili. In ottica futura, il Professore ha rilevato come occorra strutturare un sistema capace di soddisfare le esigenze statuali di contrasto alla criminalità, ma anche di garantire e tutelare efficacemente i diritti fondamentali.

È poi intervenuta la Prof.ssa Gaetana Morgante, Professore di Diritto penale presso la Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna di Pisa e Associated Investigator del PRIN 2022 “Borderline”, la quale ha incentrato il suo intervento sulla nozione di “ibridazione”. In particolare la Professoressa ha posto l’accento sulla compliance quale significativa declinazione del concetto di ibridazione rispetto sia a scienze giuridiche non penalistiche – avuto riguardo, ad esempio, ai rapporti con il diritto civile e il diritto amministrativo –, sia a discipline non giuridiche, quali quelle economico-manageriali, la sociologia delle organizzazioni e l’impatto delle nuove tecnologie. L’analisi della Professoressa ha rilevato tre linee di incidenza di tali meccanismi di ibridazione, riferibili all’ampliamento degli attori dell’enforcement, dei contenuti del suddetto enforcement – dalla repressione ex post alla prevenzione ex ante – e del tema delle garanzie.

L’ultima relazione della tavola rotonda è stata affidata al Prof. Carlo Piergallini, Professore di Diritto penale presso l’Università degli Studi di Macerata, che si è soffermato sulle problematiche connesse all’implementazione della normativa sulla responsabilità da reato degli enti collettivi, evidenziando, tra l’altro, la ridotta e disomogenea diffusione applicativa del D. Lgs. n. 231/2001 sul territorio nazionale. In prospettiva, il Prof. Piergallini ha posto in luce l’importanza di fornire ai destinatari del decreto un quadro regolamentare il più possibile stabile e uniforme, supportandone l’attività di autonormazione e rendendone chiaramente prevedibili i relativi benefici.

La sessione pomeridiana si è aperta con la relazione della Prof.ssa Anna Maria Maugeri, Professore di Diritto penale presso l’Università degli Studi di Catania, sul tema della confisca. È stato messo in risalto come questo istituto abbia una natura ontologicamente ibrida, poliforme, variabile a seconda dell’oggetto dell’apprensione e del fine perseguito. La Professoressa ha sottolineato come, in questa materia, occorra, da un lato, evitare “frodi delle etichette”, realizzate al fine di eludere le garanzie del diritto penale, e, dall’altro, garantire il rispetto dei principi fondamentali (tra cui, il giusto processo, la legalità, la proporzionalità) a prescindere dalla natura che si voglia riconoscere alla confisca, o alle singole forme di confisca.

Ha preso quindi la parola il Cons. Raffaello Magi, magistrato della Corte di Cassazione, il quale si è occupato dell’analisi delle misure di prevenzione patrimoniali non ablative del Codice antimafia. Nel corso dell’intervento sono stati presi in esame gli istituti dell’amministrazione e del controllo giudiziario delle aziende, quali alternative alla tradizionale confisca di prevenzione per favorire il recupero a una dimensione di piena legalità da parte di quelle imprese che non siano esclusivamente il frutto di investimenti e nella diretta disponibilità di associazioni mafiose, ma soltanto condizionate dalla criminalità. Ciò, ha sottolineato il Consigliere, nella consapevolezza dell’importanza di diversificare le strategie di enforcement contemperando, dove possibile, le esigenze di contrasto al crimine con le istanze di salvaguardia della continuità aziendale.

La seconda tavola rotonda in programma, dal titolo “Il ruolo delle misure ablative e di prevenzione nell’ibridazione della lotta al crimine: tra efficienza e garanzie” si è aperta con la relazione introduttiva del Prof. Vincenzo Mongillo, Professore di Diritto penale presso l’Università degli Studi di Roma Unitelma Sapienza e Associated Investigator del PRIN 2022 “Borderline”. In particolare, il Professore ha messo in rilievo le complicazioni derivanti dal quadro estremamente frammentario tratteggiato dai precedenti relatori con riferimento alle misure antimafia, anche alla luce dei possibili cortocircuiti sistematici connessi alla compresenza e alle intersezioni tra i versanti della prevenzione giurisdizionale e amministrativa, nonché dei diversi problemi posti dalla confisca nel quadro del costituzionalismo penale multilivello.

Il Prof. Marco Pelissero, Professore di Diritto penale presso l’Università degli Studi di Torino, ha quindi preso la parola, soffermandosi sul tema della efficienza e delle garanzie delle misure ablative previste nell’ordinamento italiano, anche in considerazione delle diverse fonti di diritto sovranazionale. Il Professore ha rimarcato le oscillazioni tra interventi legislativi che, in questa materia, pongono il rischio di comprimere le esigenze di salvaguardia dei diritti fondamentali tipiche del diritto penale; così come ha posto l’accento sui tentativi di recuperare tale dimensione di tutela in via interpretativa, in particolare mediante la valorizzazione del principio di proporzione.

Ha concluso la giornata di studi la relazione del Prof. Giuseppe Amarelli, Professore di diritto penale dell’Università Federico II di Napoli e Associated Investigator del PRIN 2022 “Borderline”. Il Professore ha esaminato le interdittive antimafia quale paradigma del contrasto ibrido alla criminalità, in cui i temi dello statuto di garanzie e della tassativizzazione della base legale che legittima tale invasiva forma di intervento dello Stato nella vita delle imprese devono ancora essere oggetto di approfondita considerazione, anche in chiave de iure condendo, nel dibattito scientifico e istituzionale. Il Professore ha affrontato gli ultimi interventi legislativi tesi a ridurre il raggio applicativo di tale strumento, favorendo il ricorso a istituti improntati a forme di prevenzione cooperativa volti ad affiancare l’impresa condizionata dal crimine e non ad espellerla dalla sfera pubblica, e all’introduzione del contraddittorio procedimentale.